Ciao ragazzi,
se state leggendo questa testimonianza, vuol dire che vi troverete sicuramente in condizioni analoghe alla nostra fino a qualche tempo fa.
Sappiamo bene che è difficile affrontare problemi di questa natura insieme, ma noi siamo la prova vivente che non è impossibile superare questi ostacoli ed è per questo che abbiamo deciso di raccontarvi la nostra storia.
lo mi chiamo Laura, ho 28 anni, vivo felicemente con la mia famiglia e ho un buon lavoro; lui è Alessandro, ha 36 anni, anche lui fortunatamente ha un lavoro stabile e vive per conto suo.
Dopo 2 anni di stretta amicizia , nasce l'amore, ma sin da subito sorgono problemi sessuali legati alla disfunzione erettile.
Alcune volte facciamo finta di niente, altre invece ci accusiamo l'un l'altro; lui si sente rimproverato dal mio atteggiamento di chiusura, io invece non mi sento desiderata e penso di non piacergli. Si cerca quindi di evitare una situazione scomoda per entrambi, evitiamo l'intimità e manteniamo una vita sociale molto attiva circondandoci di amici e coppie "apparentemente felici", sostanzialmente cerchiamo di scappare dal problema senza affrontarlo.
Inevitabile il logoramento della relazione, si crea tra noi due un muro invisibile, fatto di lunghi silenzi e grandi imbarazzi, fino a quando, in una clamorosa litigata non mettiamo in discussione il rapporto stesso pensando non ci siano soluzioni.
Ma decidiamo di non arrenderci e, dopo aver escluso problemi di natura andrologica, io gli chiedo di sottoporsi ad una terapia psicologica. Ale, anche se scettico, accetta ma si sente solo nell'affrontare il problema; io invece mi sento esclusa dal problema stesso, anche perché il dottore/la dottoressa in questione, non mi coinvolge affatto. Infatti anche questo tentativo non porta buoni frutti e così, dopo circa 7-8 mesi, decidiamo di giocarci l'ultima carta sottoponendoci insieme ad una terapia di coppia. Guardando su internet i vari psicosessuologi, ci incuriosiscono la Dott,ssa Rossi e il Dott. Galmarini, in primo luogo perché si tratta di un uomo e una donna che, alternandosi, avrebbero potuto aiutarci a superare quegli imbarazzi inevitabili che si creano affrontando determinate tematiche; e in secondo luogo perché offrono un programma abbastanza dettagliato quantificando in 10-15 le sedute necessarie alla risoluzione del problema.
Iniziamo la terapia a gennaio e le cose sembrano procedere bene con alti e bassi, fino a quando a luglio tutto sembra svanire. I dottori ci consigliano di riprendere la terapia velocizzandola e, seguendo questo consiglio, le cose si mettono per il verso giusto. Ed è così che c'è stato un salto mortale, una continua ascesa di miglioramenti, a tal punto che ad ottobre decidiamo di andare a convivere. Siamo partiti sfiduciati e quasi privi di speranze e dopo 10 mesi di terapia e 14/15 appuntamenti i Dottori ci hanno "liquidato" dicendo che potevamo farcela da soli. Ed è stato così, io e Ale conviviamo tutt'ora con ottimi propositi per il nostro futuro. Spesso mi capita di pensare alla strada percorsa e non ringrazierò mai abbastanza i Dottori che ci hanno seguito, perché è grazie a loro che io e Ale ora siamo felici. Il percorso non è affatto semplice, anzi penso che a livello psicologico richieda una forza di volontà non indifferente, ma se credete realmente in voi stessi e nella vostra relazione, vi consiglio vivamente di non arrendervi. In bocca al lupo un abbraccio virtuale da
Laura e Ale